Iniziamo, come ho detto all’inizio della celebrazione eucaristica, questo settenario in onore ed in preparazione alla festa della Beata Maria Vergine Addolorata, una devozione assai radicata nel tempo e in questa comunità ecclesiale che è in Resuttano. Una devozione che certamente porta a Gesù; guai se non fosse così! E in tutto questo ci viene incontro, in questo giorno bellissimo, l’8 settembre: Natività di Maria.
Iniziamo questo percorso di fede verso questa grande solennità, che ci porta a Gesù e il vangelo e ci delinea quale deve essere la nostra meta definitiva: proprio Gesù, il Cristo, l’Emanuele.
Non possiamo fermarci solo a Maria, perché Maria non vuole questo; non possiamo fermarci con la nostra devozione ai Santi, soltanto ai Santi; i Santi non vogliono questo. Sia Maria, sia i Santi additano Lui, Gesù, il Cristo, il Crocifisso “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani”, scandalo per un mondo pagano e scristianizzato come quello di oggi. Cadremmo nella “mariolatria”, cadremmo nel peccato di idolatria se ci fermassimo soltanto agli uomini e alle donne che sono diventati santi. Chi è il datore di santità? Chi ha seguito Maria? I Santi chi hanno imitato, chi hanno seguito? Sempre Lui, Gesù, l’Emanuele, il Dio con noi.
La lettura del Vangelo oggi, ci parla della nascita di Gesù nel giorno della nascita di Maria. Ecco come Maria madre di Gesù, sposa di Giuseppe, diede alla luce il Salvatore. Ci narra tutto l’aspetto storico che conosciamo. Com’è bello contemplare, venerare, amare Maria per arrivare a Gesù. E’ come quando noi amiamo e vogliamo essere amati, desiderosi di ottenere una carezza, un bacio, un abbraccio dalla nostra mamma. Maria è più della nostra mamma. E’ la madre di Dio. Una mamma, una tenera madre, e il suo cuore si infiamma per ciascuno di noi individualmente, non in massa; ci conosce per nome, come ci ha conosciuto e ci conosce per nome Gesù. Si contrista e gioisce di tutti i nostri passi gioiosi e meno.
Come diceva San Giovanni Paolo II, quando definisce le lacrime della Madonna, di quel quadro del Cuore Immacolato di Maria che lacrimò a Siracusa, quando si recò in pellegrinaggio lì e consacrò quel santuario che custodisce quel quadro: “Sono lacrime di dolore, ma anche lacrime di gioia, le lacrime di una mamma”.
Soffermiamoci un istante, cari fratelli e sorelle, a contemplare il volto divino che ha questa bella immagine, bellissima immagine della nostra Madre Addolorata: Guardate un volto che vive la mestizia e il dolore nella compostezza; di una donna che è mamma, che vive il Suo dolore; non si scompone, perché ha fede. Spera. Ama.
In questo tempo di pandemia, quanta gente ha perso la speranza a causa del dolore? Quanto dolore? Quanto pianto? Quanti cuori straziati? Quanta gente, in questo tempo di pandemia, ha perso la speranza? Quanta mancanza di lavoro? Quanti casi suicidi a causa della perdita di lavoro? La cronaca tutto questo non lo dice! Perché, ahimè, i media oggi tendono a mediare ciò che conviene! Per lo sporco dio quattrino, mettendo da parte il Dio Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo!
Maria si contrista e piange per il dolore che si arreca ad ogni uomo e ad ogni donna, perché tutto vien fatto a discapito dell’umanità. E in tutto questo chi è il movente? Il movente del dolore, della morte, della sofferenza? E’ il diavolo, è satana, che sghignazza, gode e sguazza quando l’uomo, la creatura più amata da Dio, soffre. Non dobbiamo dargliela vinta, cari fratelli e sorelle! Noi siamo fatti per Dio! Non illudiamoci: anche quando la tribolazione, la persecuzione, l’angoscia, la malattia, la morte ci perseguita! Dice l’apostolo Paolo: “In tutte queste cose noi siamo più che vincitori! Perché Dio è con noi!”.
Guardiamo Maria! Abbiamo la provvidenza di avere una mamma così grande, un’icona così bella che ci accompagna, la festeggiamo e l’amore dei Resuttanesi per Lei è infinito, sconfinato; credenti e non credenti si avvicinano a Lei! Devo ribadirlo questo: credenti e non credenti! Eh sì, perché per credere bisogna fare un atto di fede: “Beati quelli che pur non avendo visto – dice Gesù – crederanno!”. E tu, Maria, sei colei che ha visto ogni passo, che ha sentito ogni sospiro, che ha vissuto ogni gemito, ogni sorriso, ogni pianto di tuo figlio! Lo hai toccato, lo hai generato, lo hai messo al mondo, si è intessuto nelle tue viscere, nel Tuo seno, lo hai allattato, lo hai cresciuto, lo hai rialzato e ce lo hai dato! Questa è la grandezza di Maria: Ha compiuto la volontà di Dio fino alla fine, donandoci il suo figlio. Ma come ce lo ha dato? Come Eucaristia, l’Agnello di Dio.
Contempliamo, nelle braccia di Maria, il più grande dolore ed il più grande strazio per una mamma: un figlio che muore. Pensiamo a tutti quei figli che muoiono straziati e che straziano il cuore di ogni mamma.
Quante situazioni strazianti negli anni ci sono state anche qui, nella nostra Resuttano. Andando a ritroso e pensando, quante disgrazie hanno segnato le buone famiglie di Resuttano. Eppure, anche se sorge la rabbia, anche se tante volte ce la prendiamo con Dio, tutto ritorna a Lui, perché le nostre radici, cari fratelli e sorelle, sono fondate in Lui! I nostri padri, le nostre madri, non solo ci hanno insegnato con le parole, ma soprattutto con l’esperienza di vita cosa significa vivere in Cristo. E’ quello che dice San Paolo ai Filippesi: “Per me vivere è Cristo, morire un guadagno! Non mi importa vivere in Lui, perché so che morendo riavrò la vita!”.
Questa parola di speranza, dunque, deve andare a tutti coloro che l’hanno persa: per tutte quelle mamme, quelle donne, quegli uomini, quei giovani, quei bambini, quegli anziani, quegli ammalati che non nutrono più speranza, si sentono abbandonati, afflitti, dimenticati da tutti.
Anche se siamo qui questa sera e siamo in tanti, anche se ci troviamo in mezzo alla società, anche quando siamo all’interno delle nostre famiglie, tante volte siamo come diceva Pirandello: “Uno, nessuno, centomila”. Una massa, una accozzaglia di persone individualiste, come monadi assestanti.
Sapete cosa ha portato questa pandemia? Tanto egoismo, tanta indifferenza, tanta freddezza; tutte cose che Maria non vuole e che oggi ritornano più che mai.
Anche se non si fa la processione purtroppo, ahimè, perché se ci fosse stata una partita di Champions si sarebbe fatta, avrebbero fatto anche il campo sportivo di notte e notte, perché c’è sempre il dio quattrino di mezzo – l’abbiamo visto con i campionati europei, dove non esisteva il Covid, e non è esistito niente perchè c’è il dio denaro – E lì, dove c’è il dio denaro, si fa tutto ma sempre a discapito dei poveracci. Però: “prucissioni un si nni punnu fari, perché c’è l’assembramento!”. Ma la gente è educata, sa rispettare, sa rispettarsi, sa scostarsi, sa disinfettarsi le mani, sa indossare la mascherina! E allora questo Covid è venuto contro Dio? Contro la Chiesa di Dio? “Le porte degli inferi non prevarranno!”.
Noi faremo festa, nel rispetto della legge, inneggeremo a Maria! E il nostro cuore è tutto per lei, per andare a Gesù, con la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore verso di Lui. Nulla mai potrà toglierci l’amore verso Gesù e Maria! Nessuno! Neanche la spada, neanche la morte! Sempre con loro, Gesù e Maria, Maria e Gesù, insieme nelle tribolazioni, nelle angosce, nelle persecuzioni, nelle guerre, nelle pandemie! Portiamo gioia! Portiamo speranza! Portiamo vita!
Chiudo con un’affermazione di una costituzione dogmatica, la Lumen Gentium, al numero 58; questa costituzione dogmatica è un insegnamento che la Chiesa Cattolica ci dà dopo il Concilio Vaticano II: “Anche la Beata Vergine Maria avanzò nella peregrinazione della fede – cresce Maria nella fede – e serbò fedelmente la sua unione con il Figlio fino alla croce dove, non senza un disegno divino, se ne stette, soffrendo profondamente con il suo unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente, consenziente, all’immolazione della vittima da lei generata”.
E così è per ogni mamma, per ogni mamma che fa di sé eucarestia, dono, immolazione, che soffre e offre. Maria questo è: eucarestia insieme al figlio Gesù. E quando i protestanti dicono che Maria non deve essere paragonata a Gesù, è assurdo! Anche lei è corredentrice insieme al figlio. Lei ha permesso che il figlio, il nuovo Adamo, entrasse in questa era disonesta per renderla piena di grazia! Lei è la nuova Eva, lei la corredentrice, lei l’avvocata nostra, lei la tutta santa, lei è l’immacolata concezione.
Ci rivolgiamo a Lei con questa preghiera, tutti insieme, la faccio io a nome vostro, ognuno di voi si senta portato nelle mani di Maria questa sera, ai piedi di Maria, tutti i vostri pensieri, le vostre preoccupazioni, i vostri figli, i vostri mariti, le vostre moglie, tutti gli amici che stanno male, i vostri fratelli e sorelle che non ci sono e sono emigrati nel mondo, qui questa sera, tutti uniti ai piedi di Maria e diciamo:
“Oh Maria, Vergine e madre presso la croce, dove si consuma l’amore e sgorga la vita, insegnaci a sostare con te, presso le innumerevoli croci che abbiamo ciascuno di noi, dove il tuo Figlio è ancora crocifisso; insegnaci a vivere ed a testimoniare l’amore per le vie del mondo tra la povera gente. Fa che diventiamo, oh Madre, docili strumenti nelle mani del Divin Spirito, perché Gesù sia conosciuto e amato. Santa Maria madre di Dio, madre di Gesù e Madre nostra, accoglici nel tuo grande cuore, per magnificare con Te la misericordia del Salvatore, Amen!